Dopo "From Drumset to Drumline" del 12 ottobre 2013, proseguiamo l'approfondimento in ambito percussioni con un nuovo articolo tecnico di Sergio Bianchi.
Non vi sveliamo il contenuto ma ve lo condensiamo in una frase "NON FERMARSI mai negli esperimenti e nelle ricerche"
Al "popolo" delle drumline auguriamo buona lettura; sentitevi liberi di inviare i vostri commenti, pubblici o privati.
"Ibridamente batteristico" o “batterizzare marching”!
Uno degli scogli più importanti nel mio passaggio da uno strumento all’altro è stato, indubbiamente, quello del suono. Nonostante siano assimilabili tra loro, gli strumenti che vanno a comporre una batteria e quelli di una battery hanno espressioni sonore estremamente diverse. Gli snare non sono “rullanti” ed i tenor non sono tom. Forse solo la cassa ha un suono simile alle sue sorelle…ma queste vincono perché sono tonali!
Senza entrare troppo nello specifico si può tranquillamente dire che i suoni “marching” sono decisamente più secchi ed acuti rispetto a quelli di una batteria.
Storicamente, quindi, si può supporre che le bande che hanno dato origine sia alla batteria sia al concetto di Marching (perché…sì: batteristi e marching players derivano da una radice comune) abbiamo permesso ai due elementi uno sviluppo del tutto diverso tra l’uno e l’altro. Tuttora mi diverte molto trascrivere le cadenze suonate dal mio gruppo in versione “batteristica” riarrangiandole e modificandole a mio gusto, cambiando (ovviamente) suoni, colori ed espressioni, andando a costruire uno stile decisamente particolare, di piacevole impatto musicale e difficilissimo da suonare!
Difatti le parti che solitamente suonano i multitom (i nostri sono quints) interpretarli su solo 3 strumenti crea dei movimenti piuttosto complessi (rischio spesso mi si annodino le braccia!). Se poi si pensa che per almeno, in linea di massima, “copiare” il suono delle casse, la loro parte la interpreto sfruttando cassa e timpano…direi che il concetto di risposta mano-piede si fa piuttosto importante! Le parti di piatti e snare sono affidate (assai poco fantasiosamente) a charleston e rullante. Esclusi i crash che imitano gli accenti del piatti. Ma cosa succede a “mischiare” le varie caratteristiche degli strumenti?
Spesso mi trovo a rispondere a domande del tipo: “che rullante usi? Che marca è? Modello? COSTO?”. Risposta semplicissima…ho un rullante entry level della Yamaha. Valore di mercato circa 70€. “ma come fa a suonare così?! Ha un suono bellissimo!”. Facile! La mia pelle risonante è una pelle da marching!
E via di sperimentazioni…suoniamo drum and bass con una pelle in kevlar: “figata”! E le pelli usate dei multitom? Proviamo a metterle sul set di batteria! Qui il risultato non è stato entusiasmante, lo ammetto. Forse complice anche il fatto che le pelli erano usate. Fino ad arrivare a montare i moltitom a lato della batteria e suonarli a mo’ di Timbales.
Il succo del discorso, a questo giro, è quello semplice semplice di NON FERMARSI mai negli esperimenti e nelle ricerche; né tantomeno al “drumline” suona così e batteria suona cosà e non posso mischiare tra loro le cose”. Ho suonato per un anno abbondante un rullante con pelli da marching (sia sopra che sotto) ed il risultato era particolare (né “batteristico” né “marching” ma…ibrido – ed a me piaceva). Idem per il mio snare con pelle sabbiata “normale”: un suono killer di un rullante potentissimo e grave. Si possono ottenere risultati vincenti o meno, ma questo, di certo, non ci deve scoraggiare!
Ho trovato un nuovo modo per divertirmi, suonare “ibridamente batteristico” o “batterizzare marching”!
Buon divertimento!
“Have faith in every step you take. Just keep marching on!”
Sergio Bianchi