Come ogni anno, il periodo agostano è quello del risposo. Si stacca un po' da tutto: lavoro, studio, attività varie. E parlando di marching, si attende la ripresa settembrina che porterà alle esibizioni autunnali che chiuderanno la stagione.
MB.it come d'abitudine, in questo periodo, si concede qualche riflessione sull'andamento del marching italiano, che va al di la della descrizione dei principali avvenimenti.
In questa occasione, vorremmo riprendere un tema assai sentito in Italia: la competizione.
Di questo argomento abbiamo già parlato in più occasioni, i effetti molte sono le accezioni che lo riguardano. Questa volta vorremmo approfondire le differenze che il tipo di competizione o approccio alla competizione, comporta dal punto di vista gestionale, in particolare il ricambio dei componenti.
Sgombriamo il campo da ogni dubbio, competizione e marching band vanno di pari passo.
Marching con competizione significa sviluppo e crescita tecnica.
Marching senza competizione significa involuzione.
In tutto il mondo le marching band si confrontano in competizioni di vario genere (la stessa cosa avviene anche per le bande da concerto: nei concorsi).
Esistono però delle differenze nell'interpretare la competizione. Semplifichiamo e dividiamo in due aree:
- competizione forte
- competizione leggera
La prima si lega molto (non del tutto) ad un tipo di formazione, i drum & bugle corps, la seconda è tendenzialmente un po' più generica, legata a gruppi marching con strumentazione variabile, caratterizzabili da forme e stili che possono essere differenti.
Nel primo caso sono tipici i circuiti ove possiamo trovare il top dal punto di vista della competitività: DCI e DCA in America, DCE in Europa, campionati di marching band giapponesi (di cui in verità non si conosce molto)
Nel secondo caso la realtà organizzativa internazionale più conosciuta è la WAMSB, poi, in ogni nazione, esistono delle associazioni che organizzano a vari livelli competizioni.
Detto ciò veniamo, come citato in precedenza, al cuore del discorso, cioè cosa comporta gestionalmente ed in particolare dal punto di vista del turnover, affrontare l'una o l'altra soluzione.
Competizione forte
Fare competizione forte significa, dover dedicare un numero significativo di ore di prove per preparare lo spettacolo. Ciò comporta necessariamente un'organizzazione del gruppo dal management, agli istruttori, ai componenti e allo staff, collaudata e funzionale. Difficilmente si dedicano meno di 250 ore all'anno di prove. Prove che necessitano a seconda dei periodi, di strutture differenti, che spesso per essere utilizzate richiedono un costo. Altro elemento fondamentale è la disponibilità continua che i componenti devono dare durante tutto l'anno.
Riassumendo e sintetizzando servono:
- competenze acquisite a più livelli (amministrativo, gestionale, tecnico)
- budget annuali che cominciano ad essere significativi, per sostenere tutti i costi (creatività, strumenti, equipaggiamenti, strutture per le prove, SIAE)
- componenti in numero sufficiente a coprire le varie sezioni, consapevoli, motivati e con disponibilità di tempo
- gestione del turnover
In nord Europa, dove le strutture dei drum & bugle corps sono maggiormente diffuse (Olanda e Inghilterra) i gruppi meglio strutturati per affrontare la competizione forte, riescono a ben sostenere la stagione marching perché hanno tutti gli elementi sopra descritti ben sviluppati, ma soprattutto una capacità notevole di gestione del turnover (il ricambio dei componenti stagione dopo stagione).
Queste formazioni si dedicano quasi esclusivamente alla competizione, spesso i componenti pagano una quota di iscrizione al gruppo piuttosto importante, l'attività di sviluppo si concentra molto nei week-end. Quelli che noi definiamo "servizi" (sfilate, cerimonie civili e religiose, standing concert, ecc.) in queste realtà sono limitati a poche esibizioni annuali, aumentando così la disponibilità di tempo per le prove.
In sintesi l'attività marching viene trattata come una disciplina sportiva a tutti gli effetti.
Con queste caratteristiche, sottolineiamo ancora una volta come il ricambio annuale dei componenti, l'arrivo di nuovi marching players o color guard ad ogni stagione, sia elemento basilare.
Senza la capacità di un adeguato ricambio, il gruppo si riduce e riduce anche le proprie capacità tecniche (prestazioni di livello inferiore) arrivando anche all'impossibilità di affrontare una nuova stagione competitiva.
Competizione leggera
Scegliere di fare competizione leggera, innanzitutto non significa rinunciare alla qualità. Dal punto di vista gestionale significa adattare il programma tecnico da sviluppare alle effettive disponibilità e potenzialità del gruppo. E' possibile sviluppare un buono spettacolo da presentare in competizione, lavorando 150/200 ore. Parlando di marching sarà sempre fondamentale avere delle competenze a livello organizzativo (management, istruttori ecc.) ma le risorse da impiegare saranno indubbiamente minori rispetto quanto visto in precedenza. La disponibilità dei componenti, che deve essere comunque elemento imprescindibile, diventa più facilmente ottenibile, in quanto il numero di ore di impegno si riduce.
Guardando a cosa avviene al di fuori dell'Italia abbiamo anche in questo caso dei buoni esempi, che ci giungono sempre da Olanda e Regno Unito. Molte marching band (ma anche drum corps), scelgono di sviluppare moderni drill show, con livelli di difficoltà inferiori sia nella musica che nel visual, adattandoli così alle disponibilità dell'organico, altri differenziano l'impostazione e la tipologia dello show (forma) proponendo delle creazioni che ben si adattano sia alla Piazza che allo stadio.
In sintesi, pur rimanendo una disciplina, l'attività marching viene riadattata trovando il giusto compromesso tra il dare continuità all'attività tecnica di sviluppo da una parte, e il mantenimento dei componenti in organico il più a lungo possibile dall'altra.
A nostro avviso la realtà Italiana resta un buon "laboratorio" delle varie accezioni marching in tema di competizione.
In Italia il numero di marching band in attività, che effettivamente hanno, e anche se con diversa frequenza, continuano a prendere parte ad eventi competitivi, sono 12/13. Se pensiamo che nel 2003, hanno definibile come di inizio dell'attività marching italiana, i gruppi erano 4 o 5, vediamo come in 9 anni il numero sia praticamente triplicato.
Notiamo come, di questi gruppi, alcuni 2/3 si siano indirizzati verso la competizione forte, gli altri 10/11 verso la competizione leggera. Cosa questa che sta permettendo di dare una buona continuità ai gruppi, rafforzandoli nei fondamentali (comuni ad ogni formazione) e negli organici. Rendendo il turnover più misurato e gestibile, e favorendo anche il processo di costituzione di nuove formazioni che all'orizzonte paiono affacciarsi.
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